L'Italia procede a piccoli passi verso una Scuola 2.0 e, anche se indietro rispetto al Regno Unito e ad altre nazioni, il "Piano Nazionale Scuola Digitale" ha l'ambizione di allineare il nostro Paese a quelli più innovativi del nostro continente.
L'integrazione di internet, cloud computing, libri digitali e dispositivi mobili contribuiranno a modificare la didattica, l'apprendimento, l'organizzazione e la partecipazione di studenti, insegnanti e famiglie.
L'utilizzo sempre più esteso delle tecnologie modificherà anche gli ambienti della didattica (ad esempio: ambienti di apprendimento virtuale VLE e sistemi di gestione dei contenuti, LMS Learning Management System, ecc.) introducendo, o almeno ci si augura, più qualità in tutti gli aspetti della vita scolastica divenendo gli studenti fruitori e creatori di contenuti in un ambiente e in clima aperto, flessibile e collaborativo.
Ad oggi sono tre le città (Roma con tre scuole, Palermo e Trapani) che stanno sperimentando i "banchi intelligenti" (nei quali sono installati PC con software Open source) che permettono di fruire e approfondire i contenuti in maniera differente e più dettagliata, oltre a creare innumerevoli applicazioni che stimolino anche l'apprendimento di logiche di programmazione.
I mini computer integrati all'interno dei banchi potranno sostituire libri e quaderni e, insieme alle lavagne interattive (LIM) la cui diffusione è sempre maggiore, permetteranno di integrare metodologie didattiche formali (la lezione in classe) ed informali (le attività in laboratorio e quelle pomeridiane).
La valorizzazione dell'apprendimento informale sarà un ulteriore fattore chiave anche se, in questa direzione, l'uso di giochi, ambienti immersivi e realtà aumentata (augmented reality) richiederanno ulteriori approfondimenti di ricerca per far si che possano divenire potenziali scenari e strumenti di apprendimento.
Oltre alle lodevoli iniziative istituzionali ed alle proposte politiche dei Ministeri della Pubblica istruzione e dell'Innovazione, esiste, ad oggi, un numero crescente di persone che creano video-lezioni o, addirittura, interi portali specializzati in corsi gratuiti che permettono l'apprendimento e la condivisione di nozioni e risorse anche attraverso logiche di virtual community e di social networking.
Tali strumenti, oltre ad abbattere il digital divide, contribuiranno a potenziare la didattica tradizionale privilegiando un approccio attivo e consentendo, inoltre, una personalizzazione più marcata dei percorsi di apprendimento.