Nonostante il lunghissimo periodo di stagnazione/recessione che tutti i mercati stanno attraversando, l'eCommerce rimane uno dei pochi ambiti a registrare una continua espansione a livello globale. Secondo una recente ricerca Ipsos, anche in Italia, Paese flagellato dal digital divide e nel quale la "cultura digitale" tenta di diffondersi a fatica, le vendite online fanno registrare un incremento a due cifre. Con un +12% su un valore stimato di 21 miliardi di euro, l'eCommerce si rivela uno dei settori in maggior espansione nel nostro Paese anche se con notevoli differenze in ambito regionale che, sostanzialmente, rispecchiano la diversa diffusione della connettività a banda larga.
A livello globale l'eCommerce ha ormai superato i 1000 miliardi di dollari di fatturato e, grazie alla enorme diffusione di dispositivi mobili, si calcola che, entro il 2015, più del 50% della popolazione europea effettuerà abitualmente acquisti online. Questi dati dovrebbero servire come spunto di meditazione per istituzioni ed investitori dal momento che continuano a dimostrare, con grande evidenza, che la Rete può costituire un'opportunità di rilancio per l'intero sistema Paese.
Il Web, infatti, pur richiedendo investimenti e strategie focalizzate sul medio/lungo periodo, produce ritorni molto interessanti con tassi di rendimento sconosciuti alla maggior parte delle strategie di business tradizionali. In Italia, le aziende che vendono online ottengono mediamente il 27% di fatturato dall'estero e, per settori come il turismo, l'arredamento e gli alimentari, l'eCommerce costituirebbe una leva commerciale importantissima che consentirebbe di non perdere competitività nei confronti di imprese più lungimiranti e meglio organizzate in tal senso.
Concordiamo, quindi, con quegli analisti che ritengono che uno sviluppo generalizzato del commercio online costituirebbe una forte spinta propulsiva per l'intero Paese e la sua economia stagnante ormai da troppo tempo. Le nostre istituzioni, ad eccezione di interessanti proclami ed 'agende digitali' varie che sembrano seguire un tortuosissimo percorso ad ostacoli, non ci sembra si stiano muovendo nella direzione giusta né in ambito nazionale, né in quello locale. Date queste premesse, riusciremo, nel prossimo futuro, a colmare queste lacune e a trasformarci, finalmente, in un moderno ed efficiente Paese digitale?