Dietro alle risposte che ci fornisce Google quando lo interroghiamo ponendogli domande di ogni genere, c'è un'infrastruttura di algoritmi in continua evoluzione e perfezionamento praticamente da 15 anni.
Il più importante tra i motori di ricerca sta oggi sperimentando l'introduzione di algoritmi basati sul "machine learning" allo scopo di far diventare ancor più "intelligente" il meccanismo alla base del posizionamento rendendolo in grado di comprendere il linguaggio umano.
L'ideazione di reti neurali con lo scopo di rendere le ricerche più semplici, veloci ed efficaci si basa sull'apprendimento automatico del sistema che, senza l'intervento dell'uomo, risulterà in grado di ampliare le sue conoscenze e, quindi, di individuare, tra le possibili, le risposte più pertinenti.
In tutti questi anni di attività, Google è riuscito ad accumulare una grande base di conoscenza ricca di informazioni, indispensabile per rendere potenzialmente efficace il processo di apprendimento. Partendo da questa enorme mole di dati, si individuano e si estraggono regolarità tra i dati attraverso 'semplici' algoritmi di data mining permettendo "l'apprendimento" progressivo dell'interno sistema che acquisisce esperienza sul campo commettendo sempre meno errori nell'individuazione delle risposte corrette da fornire agli utenti.
Gli algoritmi di apprendimento dopo numerosi cicli di esecuzione dovrebbero, quindi, costruire una conoscenza empirica dei problemi e riconoscere informazioni, anche nascoste, a partire dai contenuti digitali indicizzati.
Davvero una bella sfida che coinvolge le menti più brillanti del mondo dell'IA (intelligenza artificiale) applicata al digitale online. Un vero e proprio nuovo paradigma di ricerca, un altro livello in cui anche il web semantico potrebbe finalmente trovare il suo terreno fertile.
Forse nel futuro Google riuscirà finalmente a rispondere con precisione alle richieste fornendoci esattamente quello che stiamo cercando e solo quello.
E' innegabile che negli anni, le menti che lavorano agli algoritmi hanno prodotto miglioramenti significativi ma, nel linguaggio umano, il contenuto delle frasi va oltre il significato ed è proprio nel senso delle parole che si rintracciano le maggiori complessità.
Sino ad oggi, sono stati gli utenti a dover trovare una formula per incontrare le capacità di comprensione di Google ma si prospetta, sulla base di quanto detto, la possibilità che succeda in futuro esattamente il contrario quando sarà la "macchina" a comprendere, oltre al significato, anche il senso e le sfumature del nostro linguaggio.