Mentre nello scenario dei Media tradizionali si registrano perdite significative (-5% sul totale, quantificabile in circa 800 milioni di euro), i "New Media" fanno registrare addirittura un tasso di crescita a doppia cifra: +18%, per un valore complessivo che sfiora i 2 miliardi di euro.
Questa la sintesi che emerge dai dati presentati dall'Osservatorio "New Media & New Internet" del Politecnico di Milano che ha introdotto per la prima volta, all’interno dell’analisi, il "Data-Driven Advertising", la pubblicità basata sui dati degli utenti, un campo già ampiamente battuto all'estero ma che in Italia rimane ancora in fase embrionale.
La spinta arriva principalmente dai ricavi dei cosidetti "New Media". La contribuzione al settore di Smartphone, Tablet, App, Social Network e video fa registrare, infatti, una crescita complessiva del 73%. Un dato davvero impressionante soprattutto se confrontato con il trend di "Radio" (-9%), "Televisione" (-4%) e "Stampa" (-13%). Gli "Internet Media" in 5 anni hanno addirittura duplicato il loro valore, passando dal 5% al 12% del mercato e si prevede che, nei prossimi anni, possano arrivare a toccare la soglia del 20%.
L'evidente ed incessante crescita dei New Media, trainata da uno stile di vita sempre più influenzato dalla tecnologia, dovrebbe costituire una spinta più che sufficiente a motivare nuovi investimenti da parte delle Media Company. Trai media tradizionali ed i nuovi, infatti, non esiste una separazione così netta come potrebbe ritenersi in prima analisi. E’ realistico pensare, invece, che si tratti solo di nuove modalità di utilizzo ed usufruizione dell’informazione da parte degli utenti. I "social networker", ad esempio, nella stragrande maggioranza dei casi, sono utenti fedeli proprio delle pagine fan di programmi televisivi, testate giornalistiche ed emittenti radio.
Le Media Company, quindi, non debbono dimenticare che la tecnologia ed i nuovi mezzi di diffusione dell’informazione non cambiano i bisogni dell’utente ma solo le modalità con le quali questo vi accede. Questo significa che, se riusciranno ad essere sufficientemente flessibili da adattare i propri business ai nuovi scenari, potranno trasformare le attuali criticità di alcuni segmenti in importanti opportunità di crescita e sviluppo per il loro settore e per l’intera economia digitale del nostro Paese.